Bianzano - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
Lago di Endine Lago di Endine
 Lago di Endine si trova in Val Cavallina e si ragginge facilmente da Lovere e da Riva di Solto.
 Il lago è situato a 340 metri di altitudine ed è alimentato, com’è tipico dei bacini montani, da numerosi torrenti che scendono dai monti circostanti ed ha un unico emissario, il Cherio, che scorre poi nella pianura per andare a confluire nell’Oglio.
 Le acque, sufficientemente limpide, tendono ad un caratteristico colore verde scuro. Sulla sponda occidentale, oltre la strada provinciale, il territorio è intensamente antropizzato, soprattutto nel settore inferiore; la sponda orientale, per contro, presenta pochi abitati.
 L’abitato e il territorio circostante non presentano sopravvivenze monumentali di grande rilievo. Vi si praticano gli sport :vela, wind-surf, canoa e canottaggio e la pesca; negli inverni particolarmente rigidi la superficie è ghiacciata.
 La Basilica di S.Maria Assunta a Gandino con gli arazzi ed i paramenti sacri dell’annesso Museo,
 Le cascate del Serio, gli affreschi nell’Oratorio dei Disciplini a Clusone, il gruppo dolomitico della Presolana,
 L’oasi naturale della Valpredina a Cenate Sopra, le storie di S.Barbara affrescate da Lorenzo Lotto nell’oratorio della villa Suardi a Trescore Balneario.
Il Castello Suardo IL CASTELLO SUARDO
 Il Castello Suardo Sorge ai piedi del centro abitato ed è rivolto verso la Valle Cavallina, che domina con la sua imponenza.
 Il castello è certamente l'opera monumentale di Bianzano, paragonabile ad un piccolo Colosseo per grandezza e fama di storia. Sorge ai piedi del centro abitato ed è rivolto verso la Valle Cavallina, che domina con la sua imponenza.
 Su di una pietra, posta sulla spalla destra del portale del cortile, è possibile leggere la data di costruzione (1233). Ignoto risulta essere il costruttore: stando ad alcuni studi dell'attuale proprietario, l'architetto Vittorio Faglia, è possibile ipotizzarne l'origine templare: a prova di questo, vi sarebbe il particolare simbolismo utilizzato nell'edificio, oltre che i resti di una merlatura guelfa (mentre i conti Suardo appartenevano alla fazione opposta, i ghibellini). Appartenuto poi alla nobile famiglia locale, l'edificio subì diversi rimaneggiamenti: oltre all'abbattimento dell'originaria merlatura (operazione resasi necessaria sotto la dominazione veneziana, al fine di impedire l'idetificazione dell'opera quale costruzione militare), vennero ampliate le cantine.